| "Norme in materia di promozione  dell'occupazione." pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 154 del 4 luglio 1997 -  Supplemento Ordinario n. 136
 
               
 Art. 1.(Contratto di  fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo)1. Il contratto di fornitura di lavoro temporaneo è il contratto mediante il  quale un'impresa di fornitura di lavoro temporaneo, di seguito denominata  "impresa fornitrice", iscritta all'albo previsto dall'articolo 2,  comma 1, pone uno o più lavoratori, di seguito denominati "prestatori di  lavoro temporaneo", da essa assunti con il contratto previsto  dall'articolo 3, a disposizione di un'impresa che ne utilizzi la prestazione  lavorativa, di seguito denominata "impresa utilizzatrice", per il soddisfacimento di esigenze di carattere temporaneo individuate ai sensi del  comma 2.
 2. Il contratto di fornitura di lavoro temporaneo può essere concluso:
 a) nei casi previsti dai contratti collettivi nazionali della  categoria di appartenenza dell'impresa utilizzatrice, stipulati dai sindacati  comparativamente più rappresentativi;
 b) nei casi di temporanea utilizzazione in qualifiche non previste  dai normali assetti produttivi aziendali;
 c) nei casi di sostituzione dei lavoratori assenti, fatte salve le  ipotesi di cui al comma 4.
 3. Nei settori dell'agricoltura, privilegiando le attività rivolte allo  sviluppo dell'agricoltura biologica, e dell'edilizia i contratti di fornitura  di lavoro temporaneo potranno essere introdotti in via sperimentale previa  intesa tra le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro  comparativamente più rappresentative sul piano nazionale circa le aree e le  modalità della sperimentazione.
 4. È vietata la fornitura di lavoro temporaneo:
 a) per le qualifiche di esiguo contenuto professionale, individuate  come tali dai contratti collettivi nazionali della categoria di appartenenza  dell'impresa utilizzatrice, stipulati dai sindacati comparativamente più  rappresentativi;
 b) per la sostituzione di lavoratori che esercitano il diritto di  sciopero;
 c) presso unità produttive nelle quali si sia proceduto, entro i  dodici mesi precedenti, a licenziamenti collettivi che abbiano riguardato  lavoratori adibiti alle mansioni cui si riferisce la fornitura, salvo che la  fornitura avvenga per provvedere a sostituzione di lavoratori assenti con  diritto alla conservazione del posto;
 d) presso unità produttive nelle quali sia operante una sospensione  dei rapporti o una riduzione dell'orario, con diritto al trattamento di  integrazione salariale, che interessino lavoratori adibiti alle mansioni cui si  riferisce la fornitura;
 e) a favore di imprese che non dimostrano alla Direzione provinciale  del lavoro di aver effettuato la valutazione dei rischi ai sensi dell'articolo  4 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni  ed integrazioni;
 f) per le lavorazioni che richiedono sorveglianza medica speciale e  per lavori particolarmente pericolosi individuati con decreto del Ministro del  lavoro e della previdenza sociale da emanare entro sessanta giorni dalla data  di entrata in vigore della presente legge.
 5. Il contratto di fornitura di lavoro temporaneo è stipulato in forma  scritta e contiene i seguenti elementi:
 a) il numero dei lavoratori richiesti;
 b) le mansioni alle quali saranno adibiti i lavoratori ed il loro  inquadramento;
 c) il luogo, l'orario ed il trattamento economico e normativo delle  prestazioni lavorative;
 d) assunzione da parte dell'impresa fornitrice dell'obbligazione del  pagamento diretto al lavoratore del trattamento economico nonchè del versamento  dei contributi previdenziali;
 e) assunzione dell'obbligo della impresa utilizzatrice di comunicare  all'impresa fornitrice i trattamenti retributivi e previdenziali applicabili,  nonchè le eventuali differenze maturate nel corso di ciascuna mensilità o del  minore periodo di durata del rapporto;
 f) assunzione dell'obbligo dell'impresa utilizzatrice di rimborsare  all'impresa fornitrice gli oneri retributivi e previdenziali da questa  effettivamente sostenuti in favore del prestatore di lavoro temporaneo;
 g) assunzione da parte dell'impresa utilizzatrice, in caso di  inadempimento dell'impresa fornitrice, dell'obbligo del pagamento diretto al  lavoratore del trattamento economico nonchè del versamento dei contributi  previdenziali in favore del prestatore di lavoro temporaneo, fatto salvo il  diritto di rivalsa verso l'impresa fornitrice;
 h) la data di inizio ed il termine del contratto per prestazioni di  lavoro temporaneo;
 i) gli estremi dell'autorizzazione rilasciata all'impresa fornitrice.
 6. È nulla ogni clausola diretta a limitare, anche indirettamente, la  facoltà dell'impresa utilizzatrice di assumere il lavoratore al termine del  contratto per prestazioni di lavoro temporaneo di cui all'articolo 3.
 7. Copia del contratto di fornitura è trasmessa dall'impresa fornitrice alla  Direzione provinciale del lavoro competente per territorio entro dieci giorni  dalla stipulazione.
 8. I prestatori di lavoro temporaneo non possono superare la percentuale dei  lavoratori, occupati dall'impresa utilizzatrice in forza di contratto a tempo  indeterminato, stabilita dai contratti collettivi nazionali della categoria di  appartenenza dell'impresa stessa, stipulati dai sindacati comparativamente più  rappresentativi.
 Art. 2.
(Soggetti abilitati all'attività di fornitura di prestazioni di lavoro  temporaneo) 1. L'attività di fornitura di lavoro temporaneo può essere esercitata  soltanto da società iscritte in apposito albo istituito presso il Ministero del  lavoro e della previdenza sociale. Il Ministero del lavoro e della previdenza  sociale rilascia, sentita la commissione centrale per l'impiego, entro sessanta  giorni dalla richiesta e previo accertamento della sussistenza dei requisiti di  cui al comma 2, l'autorizzazione provvisoria all'esercizio dell'attività di  fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo, provvedendo contestualmente  all'iscrizione delle società nel predetto albo. Decorsi due anni il Ministero  del lavoro e della previdenza sociale, su richiesta del soggetto autorizzato,  entro i trenta giorni successivi rilascia l'autorizzazione a tempo  indeterminato subordinatamente alla verifica del corretto andamento  dell'attività svolta.
 2. I requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di cui al comma 1  sono i seguenti:
 a) la costituzione della società nella forma di società di capitali  ovvero cooperativa, italiana o di altro Stato membro dell'Unione europea;  l'inclusione nella denominazione sociale delle parole: "società di  fornitura di lavoro temporaneo"; l'individuazione, quale oggetto  esclusivo, della predetta attività; l'acquisizione di un capitale versato non  inferiore a un miliardo di lire; la sede legale o una sua dipendenza nel  territorio dello Stato;
 b) la disponibilità di uffici e di competenze professionali idonee  allo svolgimento dell'attività di fornitura di manodopera nonchè la garanzia  che l'attività interessi un ambito distribuito sull'intero territorio nazionale  e comunque non inferiore a quattro regioni;
 c) a garanzia dei crediti dei lavoratori assunti con il contratto di  cui all'articolo 3 e dei corrispondenti crediti contributivi degli enti  previdenziali, la disposizione, per i primi due anni, di un deposito cauzionale  di lire 700 milioni presso un istituto di credito avente sede o dipendenza nel  territorio nazionale; a decorrere dal terzo anno solare, la disposizione, in  luogo della cauzione, di una fideiussione bancaria o assicurativa non inferiore  al 5 per cento del fatturato, al netto dell'imposta sul valore aggiunto,  realizzato nell'anno precedente e comunque non inferiore a lire 700 milioni;
 d) in capo agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti  muniti di rappresentanza e ai soci accomandatari: assenza di condanne penali,  anche non definitive, ivi comprese le sanzioni sostitutive di cui alla legge 24  novembre 1981, n. 689, per delitti contro il patrimonio, per delitti contro la  fede pubblica o contro l'economia pubblica, per il delitto previsto  dall'articolo 416-bis del codice penale, o per delitti non colposi per i  quali la legge commini la pena della reclusione non inferiore nel massimo a tre  anni, per delitti o contravvenzioni previsti da leggi dirette alla prevenzione  degli infortuni sul lavoro o, in ogni caso, previsti da leggi in materia di  lavoro o di previdenza sociale; assenza, altresì, di sottoposizione alle misure  di prevenzione disposte ai sensi della legge 27 dicembre 1956, n. 1423, o della  legge 31 maggio 1965, n. 575, o della legge 13 settembre 1982, n. 646, e  successive modificazioni.
 3. L'autorizzazione di cui al comma 1 può essere concessa anche a società  cooperative di produzione e lavoro che, oltre a soddisfare le condizioni di cui  al comma 2, abbiano almeno cinquanta soci e tra di essi, come socio sovventore,  almeno un fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della  cooperazione, di cui agli articoli 11 e 12 della legge 31 gennaio 1992, n. 59,  e che occupino lavoratori dipendenti per un numero di giornate non superiore ad  un terzo delle giornate di lavoro effettuate dalla cooperativa nel suo  complesso. Soltanto i lavoratori dipendenti dalla società cooperativa di  produzione e lavoro possono essere da questa forniti come prestatori di lavoro  temporaneo.
 4. I requisiti di cui ai commi 2 e 3 nonchè le informazioni di cui al comma  7 sono dichiarati dalla società alla camera di commercio, industria, artigianato  e agricoltura della provincia in cui ha la sede legale, per l'iscrizione nel  registro di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 7  dicembre 1995, n. 581.
 5. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, con decreto da emanare  entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge,  stabilisce le modalità della presentazione della richiesta di autorizzazione di  cui al comma 1.
 6. Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale svolge vigilanza e  controllo sull'attività dei soggetti abilitati alla fornitura di prestazioni di  lavoro temporaneo ai sensi del presente articolo e sulla permanenza in capo ai  medesimi soggetti dei requisiti di cui al comma 2.
 7. La società comunica all'autorità concedente gli spostamenti di sede,  l'apertura delle filiali o succursali, la cessazione dell'attività ed ha  inoltre l'obbligo di fornire all'autorità concedente tutte le informazioni da  questa richieste.
 8. La disciplina in materia di assunzioni obbligatorie e l'obbligo di riserva  di cui all'articolo 25, comma 1, della legge 23 luglio 1991, n. 223, non si  applicano all'impresa fornitrice con riferimento ai lavoratori da assumere con  contratto per prestazioni di lavoro temporaneo. I predetti lavoratori non sono  computati ai fini dell'applicazione, all'impresa fornitrice, delle predette  disposizioni.
 Art. 3.(Contratto per prestazioni di lavoro temporaneo) 1. Il contratto di lavoro per prestazioni di lavoro temporaneo è il  contratto con il quale l'impresa fornitrice assume il lavoratore:
 a) a tempo determinato corrispondente alla durata della prestazione  lavorativa presso l'impresa utilizzatrice;
 b) a tempo indeterminato.
 2. Con il contratto di cui al comma 1 il lavoratore temporaneo, per la  durata della prestazione lavorativa presso l'impresa utilizzatrice, svolge la  propria attività nell'interesse nonchè sotto la direzione ed il controllo  dell'impresa medesima; nell'ipotesi di contratto a tempo indeterminato il  lavoratore rimane a disposizione dell'impresa fornitrice per i periodi in cui  non svolge la prestazione lavorativa presso un'impresa utilizzatrice.
 3. Il contratto per prestazioni di lavoro temporaneo è stipulato in forma  scritta e copia di esso è rilasciata al lavoratore entro 5 giorni dalla data di  inizio della attività presso l'impresa utilizzatrice. Il contratto contiene i  seguenti elementi:
 a) i motivi di ricorso alla fornitura di prestazioni di lavoro  temporaneo;
 b) l'indicazione dell'impresa fornitrice e della sua iscrizione  all'albo, nonchè della cauzione ovvero della fideiussione di cui all'articolo  2, comma 2, lettera c);
 c) l'indicazione dell'impresa utilizzatrice;
 d) le mansioni alle quali il lavoratore sarà adibito ed il relativo  inquadramento;
 e) l'eventuale periodo di prova e la durata del medesimo;
 f) il luogo, l'orario ed il trattamento economico e normativo  spettante;
 g) la data di inizio ed il termine dello svolgimento dell'attività  lavorativa presso l'impresa utilizzatrice;
 h) le eventuali misure di sicurezza necessarie in relazione al tipo  di attività.
 4. Il periodo di assegnazione inizialmente stabilito può essere prorogato,  con il consenso del lavoratore e per atto scritto, nei casi e per la durata  previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria. Il lavoratore  ha diritto di prestare l'opera lavorativa per l'intero periodo di assegnazione,  salvo il caso di mancato superamento della prova o della sopravvenienza di una  giusta causa di recesso.
 5. L'impresa fornitrice informa i prestatori di lavoro temporaneo sui rischi  per la sicurezza e la salute connessi alle attività produttive in generale e li  forma e addestra all'uso delle attrezzature di lavoro necessarie allo  svolgimento dell'attività lavorativa per la quale essi vengono assunti in  conformità alle disposizioni recate dal decreto legislativo 19 settembre 1994,  n. 626, e successive modificazioni ed integrazioni. Il contratto di fornitura  può prevedere che tale obbligo sia adempiuto dall'impresa utilizzatrice; in  tale caso ne va fatta indicazione nel contratto di cui al comma 3.
 6. È nulla qualsiasi pattuizione che limiti, anche in forma indiretta, la  facoltà del lavoratore di accettare l'assunzione da parte dell'impresa  utilizzatrice dopo la scadenza del contratto di fornitura di prestazioni di  lavoro temporaneo.
 Art. 4.(Prestazione di lavoro temporaneo e trattamento retributivo) 1. Il prestatore di lavoro temporaneo svolge la propria attività secondo le  istruzioni impartite dall'impresa utilizzatrice per l'esecuzione e la  disciplina del rapporto di lavoro ed è tenuto inoltre all'osservanza di tutte  le norme di legge e di contratto collettivo applicate ai lavoratori dipendenti  dall'impresa utilizzatrice.
 2. Al prestatore di lavoro temporaneo è corrisposto un trattamento non  inferiore a quello cui hanno diritto i dipendenti di pari livello dell'impresa  utilizzatrice. I contratti collettivi delle imprese utilizzatrici stabiliscono  modalità e criteri per la determinazione e corresponsione delle erogazioni  economiche correlate ai risultati conseguiti nella realizzazione di programmi  concordati tra le parti o collegati all'andamento economico dell'impresa.
 3. Nel caso in cui il prestatore di lavoro temporaneo sia assunto con  contratto stipulato a tempo indeterminato, nel medesimo è stabilita la misura  dell'indennità mensile di disponibilità, divisibile in quote orarie,  corrisposta dall'impresa fornitrice al lavoratore per i periodi nei quali il  lavoratore stesso rimane in attesa di assegnazione. La misura di tale indennità  è stabilita dal contratto collettivo e comunque non è inferiore alla misura prevista,  ovvero aggiornata periodicamente, con decreto del Ministro del lavoro e della  previdenza sociale. La predetta misura è proporzionalmente ridotta in caso di  assegnazione ad attività lavorativa a tempo parziale.
 4. Nel caso in cui la retribuzione percepita dal lavoratore per l'attività  prestata presso l'impresa utilizzatrice, nel periodo di riferimento mensile,  sia inferiore all'importo della indennità di disponibilità di cui al comma 3, è  al medesimo corrisposta la differenza dalla impresa fornitrice fino a  concorrenza del predetto importo.
 Art. 5.(Prestazione di lavoro temporaneo e formazione professionale) 1. Per il finanziamento di iniziative di formazione professionale dei  prestatori di lavoro temporaneo di cui alla presente legge, attuate nel quadro  di politiche stabilite nel contratto collettivo applicato alle imprese  fornitrici ovvero, in mancanza, stabilite dalla commissione prevista dal comma  3, le predette imprese sono tenute a versare un contributo pari al 5 per cento  della retribuzione corrisposta ai lavoratori assunti con il contratto di cui  all'articolo 3.
 2. I contributi di cui al comma 1 sono rimessi ad un Fondo appositamente  costituito presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, per  essere destinati al finanziamento, anche con il concorso delle regioni, di  iniziative mirate al soddisfacimento delle esigenze di formazione dei  lavoratori assunti con il contratto di cui all'articolo 3. I criteri e le  modalità di utilizzo delle disponibilità del Fondo di cui al presente comma  sono stabiliti con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale,  da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della  presente legge. Hanno priorità nei predetti finanziamenti le iniziative  proposte, anche congiuntamente, dalle imprese fornitrici e dagli enti  bilaterali, operanti in ambito categoriale e costituiti dalle organizzazioni  sindacali maggiormente rappresentative nel predetto ambito, nonchè dagli enti  di formazione professionale di cui all'articolo 5, secondo comma, lettera b), della legge 21 dicembre 1978, n. 845.
 3. I finanziamenti di cui al comma 2 sono deliberati da una commissione  nominata con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale. La  commissione, che opera senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello  Stato, è composta da un esperto nella materia della formazione professionale,  con funzioni di presidente, da un membro in rappresentanza del Ministero del  lavoro e della previdenza sociale, da tre membri in rappresentanza delle regioni,  da tre membri in rappresentanza delle confederazioni sindacali dei lavoratori  maggiormente rappresentative sul piano nazionale e da tre membri delle  confederazioni sindacali maggiormente rappresentative delle imprese fornitrici.
 4. Il contratto collettivo applicato alle imprese fornitrici, qualora  preveda un corrispondente adeguamento in aumento del contributo previsto nel  comma 1, può ampliare, a beneficio dei prestatori di lavoro temporaneo, le  finalità di cui al predetto comma 1, con particolare riferimento all'esigenza  di garantire ai lavoratori un sostegno al reddito nei periodi di mancanza di  lavoro. All'adeguamento del contributo provvede, con decreto, il Ministro del  lavoro e della previdenza sociale, sulla base delle previsioni del contratto  collettivo.
 5. I prestatori di lavoro temporaneo accedono alla formazione professionale  presso strutture pubbliche o private, secondo modalità fissate dalla  commissione di cui al comma 3. Tra i lavoratori che chiedono di partecipare  alle iniziative di cui al comma 2 la precedenza di ammissione è fissata, a  parità di requisiti professionali e fatta salva l'applicazione di criteri  diversi fissati dalla commissione di cui al comma 3, in ragione dell'anzianità  di lavoro da essi maturata nell'ambito delle imprese fornitrici. Il comitato  istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre  1996, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 290 dell'11 dicembre 1996,  su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, definisce  criteri e modalità di certificazione delle competenze acquisite al termine del  periodo formativo.
 6. In caso di omissione, anche parziale, del contributo di cui al comma 1,  il datore di lavoro è tenuto a corrispondere, oltre al contributo omesso e alle  relative sanzioni, una somma, a titolo di sanzione amministrativa, di importo  pari a quella del contributo omesso; gli importi delle sanzioni amministrative  sono versati al Fondo per la formazione di cui al comma 2 per le finalità ivi  previste.
 Art. 6.(Obblighi dell'impresa utilizzatrice) 1. Nel caso in cui le mansioni cui è adibito il prestatore di lavoro  temporaneo richiedano una sorveglianza medica speciale o comportino rischi  specifici, l'impresa utilizzatrice ne informa il lavoratore conformemente a  quanto previsto dal decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive  modificazioni ed integrazioni. L'impresa utilizzatrice osserva, altresì, nei  confronti del medesimo prestatore, tutti gli obblighi di protezione previsti  nei confronti dei propri dipendenti ed è responsabile per la violazione degli  obblighi di sicurezza individuati dalla legge e dai contratti collettivi.
 2. L'impresa utilizzatrice, nel caso in cui adibisca il prestatore di lavoro  temporaneo a mansioni superiori, deve darne immediata comunicazione scritta  all'impresa fornitrice, consegnandone copia al lavoratore medesimo.
 3. L'impresa utilizzatrice risponde in solido, oltre il limite della  garanzia previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera c), dell'obbligo  della retribuzione e dei corrispondenti obblighi contributivi non adempiuti  dall'impresa fornitrice. L'impresa utilizzatrice, ove non abbia adempiuto  all'obbligo di informazione previsto dal comma 2, risponde in via esclusiva per  le differenze retributive spettanti al lavoratore occupato in mansioni  superiori.
 4. Il prestatore di lavoro temporaneo ha diritto a fruire di tutti i servizi  sociali ed assistenziali di cui godono i dipendenti dell'impresa utilizzatrice  addetti alla stessa unità produttiva, esclusi quelli il cui godimento sia condizionato  all'iscrizione ad associazioni o società cooperative o al conseguimento di una  determinata anzianità di servizio.
 5. Il prestatore di lavoro temporaneo non è computato nell'organico  dell'impresa utilizzatrice ai fini dell'applicazione di normative di legge o di  contratto collettivo, fatta eccezione per quelle relative alla materia  dell'igiene e della sicurezza sul lavoro.
 6. Ai fini dell'esercizio del potere disciplinare da parte dell'impresa  fornitrice, l'impresa utilizzatrice comunica alla prima gli elementi che  formeranno oggetto della contestazione ai sensi dell'articolo 7 della legge 20  maggio 1970, n. 300.
 7. L'impresa utilizzatrice risponde nei confronti dei terzi dei danni ad  essi arrecati dal prestatore di lavoro temporaneo nell'esercizio delle sue  mansioni.
 Art. 7.(Diritti sindacali) 1. Al personale dipendente delle imprese fornitrici si applicano i diritti  sindacali previsti dalla legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive  modificazioni.
 2. Il prestatore di lavoro temporaneo, per tutta la durata del suo  contratto, ha diritto ad esercitare presso l'impresa utilizzatrice i diritti di  libertà e di attività sindacale nonchè a partecipare alle assemblee del  personale dipendente delle imprese utilizzatrici.
 3. Ai prestatori di lavoro temporaneo della stessa impresa fornitrice, che  operano presso diverse imprese utilizzatrici, compete uno specifico diritto di  riunione secondo la normativa vigente e con le modalità specifiche determinate  dalla contrattazione collettiva.
 4. L'impresa utilizzatrice comunica alla rappresentanza sindacale unitaria,  ovvero alle rappresentanze aziendali e, in mancanza, alle associazioni  territoriali di categoria aderenti alle confederazioni dei lavoratori  maggiormente rappresentative sul piano nazionale:
 a) il numero ed i motivi del ricorso al lavoro temporaneo prima della  stipula del contratto di fornitura di cui all'articolo 1; ove ricorrano  motivate ragioni di urgenza e necessità di stipulare il contratto, l'impresa  utilizzatrice fornisce le predette comunicazioni entro i cinque giorni  successivi;
 b) ogni dodici mesi, anche per il tramite dell'associazione dei  datori di lavoro alla quale aderisce o conferisce mandato, il numero ed i  motivi dei contratti di fornitura di lavoro temporaneo conclusi, la durata  degli stessi, il numero e la qualifica dei lavoratori interessati.
 Art. 8. (Prestazioni di lavoro temporaneo e lavoratori in mobilità) 1. Nel caso di assunzione con il contratto di cui all'articolo 3 da parte di  un'impresa fornitrice di lavoratore titolare dell'indennità di mobilità,  qualora la retribuzione percepita dal lavoratore per la prestazione di lavoro  temporaneo presso l'impresa utilizzatrice sia inferiore all'importo  dell'indennità di mobilità, ovvero per i periodi in cui è corrisposta  l'indennità di disponibilità di cui all'articolo 4, comma 3, al medesimo  lavoratore è corrisposta la differenza tra quanto, rispettivamente, percepito a  titolo di retribuzione ovvero di indennità di disponibilità e l'indennità di  mobilità. Tale differenza è attribuibile fino alla cessazione del periodo di  fruibilità dell'indennità di mobilità. Il lavoratore assunto dall'impresa  fornitrice mantiene il diritto all'iscrizione nelle liste di mobilità.
 2. All'impresa fornitrice che assume lavoratori titolari dell'indennità di  mobilità con il contratto per prestazioni di lavoro temporaneo a tempo  indeterminato, il contributo di cui all'articolo 8, comma 4, della legge 23  luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni e integrazioni, è determinato  complessivamente con riferimento all'ammontare delle mensilità di indennità di  mobilità non fruite dal lavoratore anche ai sensi del comma 1 ed è concesso  allo scadere del periodo di fruibilità di detta indennità da parte del  lavoratore medesimo.
 3. Le agenzie regionali per l'impiego di cui all'articolo 24 della legge 28  febbraio 1987, n. 56, possono stipulare, con i soggetti di cui all'articolo 2,  convenzioni che prevedano lo svolgimento da parte di questi ultimi di attività  mirate a promuovere il reinserimento lavorativo dei titolari dell'indennità di  mobilità mediante l'effettuazione di prestazioni di lavoro temporaneo nel  rispetto delle condizioni previste dai commi 1, lettera b), e 2  dell'articolo 9 della citata legge n. 223 del 1991, e successive modificazioni  e integrazioni. La convenzione può prevedere lo svolgimento di attività  formative che possono essere finanziate a carico del Fondo di cui all'articolo  5, comma 2.
 4. Nei confronti dei lavoratori che rifiutino l'assunzione da parte  dell'impresa fornitrice convenzionata ai sensi del comma 3, la Direzione  provinciale del lavoro, su segnalazione della sezione circoscrizionale, dispone  la sospensione dell'indennità di mobilità per un periodo pari a quello del  contratto offerto e comunque non inferiore ad un mese. Avverso il provvedimento  è ammesso ricorso, entro trenta giorni, alla Direzione regionale del lavoro che  decide, con provvedimento definitivo, entro venti giorni.
 Art. 9.(Norme previdenziali) 1. Gli oneri contributivi, previdenziali ed assistenziali, previsti dalle  vigenti disposizioni legislative, sono a carico delle imprese fornitrici che,  ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 49 della legge 9 marzo 1989, n.  88, sono inquadrate nel settore terziario. Sull'indennità di disponibilità di  cui all'articolo 4, comma 3, i contributi sono versati per il loro effettivo  ammontare, anche in deroga alla vigente normativa in materia di minimale  contributivo.
 2. Gli obblighi per l'assicurazione contro gli infortuni e le malattie  professionali previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno  1965, n. 1124, e successive modificazioni, sono a carico dell'impresa  fornitrice. I premi ed i contributi sono determinati in relazione al tipo ed al  rischio delle lavorazioni svolte.
 3. Al fine di garantire la copertura assicurativa per i lavoratori impegnati  in iniziative formative di cui all'articolo 5, comma 2, nonchè per i periodi  intercorrenti fra i contratti per prestazioni di lavoro temporaneo stipulati a  tempo determinato, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale,  di concerto con il Ministro del tesoro, viene stabilita, nei limiti delle  risorse derivanti dal contributo di cui all'articolo 5, comma 1, la possibilità  di concorso agli oneri contributivi a carico del lavoratore previsti dagli  articoli 6 e 7 del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 564. Con il  medesimo decreto viene stabilita la misura di retribuzione convenzionale in  riferimento alla quale i lavoratori assunti ai sensi dell'articolo 3, comma 1,  possono versare la differenza contributiva per i periodi in cui abbiano  percepito una retribuzione inferiore rispetto a quella convenzionale ovvero  abbiano usufruito della indennità di disponibilità di cui all'articolo 4, comma  3, e fino a concorrenza della medesima misura.
 Art. 10.(Norme sanzionatorie) 1. Nei confronti dell'impresa utilizzatrice che ricorra alla fornitura di  prestatori di lavoro dipendente da parte di soggetti diversi da quelli di cui  all'articolo 2, ovvero che violi le disposizioni di cui all'articolo 1, commi  2, 3, 4 e 5, nonchè nei confronti dei soggetti che forniscono prestatori di  lavoro dipendente senza essere iscritti all'albo di cui all'articolo 2, comma  1, continua a trovare applicazione la legge 23 ottobre 1960, n. 1369.
 2. Il lavoratore che presti la sua attività a favore dell'impresa  utilizzatrice si considera assunto da quest'ultima con contratto di lavoro a  tempo indeterminato, nel caso di mancanza di forma scritta del contratto di  fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo ai sensi dell'articolo 1, comma  5. In caso di mancanza di forma scritta del contratto per prestazioni di lavoro  temporaneo di cui all'articolo 3, ovvero degli elementi di cui al citato  articolo 3, comma 3, lettera g), il contratto per prestazioni di lavoro  temporaneo si trasforma in contratto a tempo indeterminato alle dipendenze  dell'impresa fornitrice.
 3. Se la prestazione di lavoro temporaneo continua dopo la scadenza del  termine inizialmente fissato o successivamente prorogato, il lavoratore ha  diritto ad una maggiorazione pari al 20 per cento della retribuzione  giornaliera per ogni giorno di continuazione del rapporto e fino al decimo  giorno successivo. La predetta maggiorazione è a carico dell'impresa fornitrice  se la prosecuzione del lavoro sia stata con essa concordata. Se la prestazione  continua oltre il predetto termine, il lavoratore si considera assunto a tempo  indeterminato dall'impresa utilizzatrice dalla scadenza del termine stesso.
 4. Chi esiga o comunque percepisca compensi da parte del lavoratore per  avviarlo a prestazioni di lavoro temporaneo è punito con la pena alternativa  dell'arresto non superiore ad un anno e dell'ammenda da lire 5.000.000 a lire  12.000.000. In aggiunta alla sanzione penale è disposta la cancellazione  dall'albo di cui all'articolo 2, comma 1.
 5. La vigilanza sull'applicazione degli obblighi prescritti dalle norme  richiamate nel presente articolo è affidata al Ministero del lavoro e della  previdenza sociale, che la esercita attraverso i propri organi periferici.
 Art. 11.(Disposizioni varie) 1. Quando il contratto di fornitura di prestazioni di lavoro temporaneo  riguardi prestatori con qualifica dirigenziale non trova applicazione la  disposizione di cui all'articolo 1, comma 2.
 2. Le disposizioni della presente legge che si riferiscono all'impresa  utilizzatrice sono applicabili anche a soggetti non imprenditori. Nei confronti  delle pubbliche amministrazioni non trovano comunque applicazione le previsioni  relative alla trasformazione del rapporto a tempo indeterminato nei casi  previsti dalla presente legge.
 3. Le autorizzazioni di cui all'articolo 2, comma 1, possono essere  rilasciate anche a società, direttamente o indirettamente controllate dallo  Stato, aventi finalità di incentivazione e promozione dell'occupazione.
 4. Qualora, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della  presente legge, non sia intervenuta, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera a), la determinazione da parte dei contratti collettivi nazionali dei  casi in cui può essere concluso il contratto di fornitura di lavoro temporaneo,  il Ministro del lavoro e della previdenza sociale convoca le organizzazioni  sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative,  al fine di promuovere l'accordo. In caso di mancata stipulazione dell'accordo  entro trenta giorni successivi alla convocazione, il Ministro del lavoro e  della previdenza sociale individua in via sperimentale, con proprio decreto, i  predetti casi.
 5. Qualora, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente  legge, non sia intervenuto un contratto collettivo per i lavoratori dipendenti  dalle imprese di fornitura di lavoro temporaneo, stipulato dalle associazioni  rappresentative delle predette imprese e dalle organizzazioni maggiormente  rappresentative dei lavoratori, il Ministro del lavoro e della previdenza  sociale convoca le parti al fine di promuovere un accordo tra le stesse.
 6. Decorsi due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il  Governo procede ad una verifica, con le organizzazioni sindacali dei datori di  lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, degli  effetti delle disposizioni dettate dai precedenti articoli in materia di  prestazioni di lavoro temporaneo e ne riferisce al Parlamento entro sei mesi.
 Art. 12.(Disciplina sanzionatoria del contratto a tempo determinato) 1. Il secondo comma dell'articolo 2 della legge 18 aprile 1962, n. 230, è  sostituito dal seguente:
 "Se il rapporto di lavoro continua dopo la scadenza del termine  inizialmente fissato o successivamente prorogato, il datore di lavoro è tenuto  a corrispondere al lavoratore una maggiorazione della retribuzione per ogni  giorno di continuazione del rapporto pari al 20 per cento fino al decimo giorno  successivo, al 40 per cento per ciascun giorno ulteriore. Se il rapporto di  lavoro continua oltre il ventesimo giorno in caso di contratto di durata  inferiore a sei mesi ovvero oltre il trentesimo negli altri casi, il contratto  si considera a tempo indeterminato dalla scadenza dei predetti termini. Qualora  il lavoratore venga riassunto a termine entro un periodo di dieci giorni ovvero  venti giorni dalla data di scadenza di un contratto di durata, rispettivamente,  inferiore o superiore ai sei mesi, il secondo contratto si considera a tempo  indeterminato. Quando si tratti di due assunzioni successive a termine, il  rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato dalla data di  stipulazione del primo contratto".
 Art. 13.(Incentivi alla riduzione e rimodulazione degli orari di lavoro, lavoro a  tempo parziale) 1. L'orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali. I contratti  collettivi nazionali possono stabilire una durata minore e riferire l'orario  normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non  superiore all'anno. In attesa della nuova normativa in materia di tempi di  lavoro e comunque non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore della  presente legge, le disposizioni di cui ai commi secondo e terzo dell'articolo  5-bis del regio decreto-legge 15 marzo 1923, n. 692, convertito dalla  legge 17 aprile 1925, n. 473, e successive modificazioni e integrazioni,  continuano a trovare applicazione solo in caso di superamento delle 48 ore  settimanali di lavoro.
 2. Allo scopo di favorire il ricorso a forme di orario ridotto, anche  attraverso processi concordati di riduzione dell'orario di lavoro, con decreto  del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri  del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, da emanare entro  sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite  le Commissioni parlamentari competenti, sono stabilite misure di riduzione o  rimodulazione delle aliquote contributive in funzione dell'entità della  riduzione e rimodulazione dell'orario di lavoro determinate contrattualmente.  Tali misure verranno attuate secondo criteri e modalità stabiliti nel medesimo  decreto, con particolare riferimento alla rimodulazione delle aliquote  contributive per fasce di orario, rispettivamente, fino a ventiquattro, oltre  ventiquattro e fino a trentadue, oltre trentadue e fino a trentasei, oltre  trentasei e fino a quaranta ore settimanali. Le medesime aliquote si applicano  quando l'orario medio settimanale sia compreso nelle fasce suddette, anche con  riferimento ai casi di lavoro a tempo parziale verticale. In sede di prima  applicazione, per i primi due anni successivi alla data di entrata in vigore  della presente legge, gli interventi sono destinati prioritariamente ai casi in  cui il contratto di cui al primo periodo preveda assunzioni a tempo  indeterminato di nuovo personale ad incremento dell'organico o la  trasformazione di contratti di lavoro da tempo pieno a tempo parziale  nell'ambito di processi di gestione di esuberi di personale.
 3. I benefìci concessi ai sensi del comma 2 sono cumulabili con quelli previsti  dall'articolo 7 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, per i quali si provvede ad  incrementare le risorse preordinate allo scopo. Al comma 1 del citato articolo  7 le parole: "fino al 31 dicembre 1995" sono soppresse.
 4. Con il decreto di cui al comma 2 è stabilita la maggiore misura della  riduzione delle aliquote contributive prevista al comma 2, nei seguenti  contratti a tempo parziale:
 a) contratti di lavoro a tempo parziale stipulati dalle imprese  situate nelle aree di cui all'obiettivo n. 1 del regolamento (CEE) n. 2081/93  del Consiglio del 20 luglio 1993, e successive modificazioni, ad incremento  degli organici esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge,  con lavoratori inoccupati di età compresa tra i diciotto e i venticinque anni e  residenti nelle predette aree;
 b) contratti di lavoro a tempo parziale in cui siano trasformati i  contratti di lavoro intercorrenti con lavoratori che conseguono nei successivi  tre anni i requisiti di accesso al trattamento pensionistico, a condizione che  il datore di lavoro assuma, con contratti di lavoro a tempo parziale e per un  tempo lavorativo non inferiore a quello ridotto ai lavoratori predetti, giovani  inoccupati o disoccupati di età inferiore a trentadue anni;
 c) contratti di lavoro a tempo parziale stipulati con lavoratrici  precedentemente occupate che rientrano nel mercato del lavoro dopo almeno due  anni di inattività;
 d) contratti di lavoro a tempo parziale stipulati per l'impiego di  lavoratori nei settori della salvaguardia dell'ambiente e del territorio, del  recupero e della riqualificazione degli spazi urbani e dei beni culturali;
 e) contratti di lavoro a tempo parziale stipulati da imprese che  abbiano provveduto ad attuare interventi volti al risparmio energetico e  all'uso di energie alternative ai sensi della legge 9 gennaio 1991, n. 10.
 5. Decorsi due anni dall'emanazione del decreto di cui al comma 2 il Governo  procede ad una valutazione, con le organizzazioni sindacali dei datori di  lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, degli  effetti degli interventi di cui al presente articolo sui comportamenti delle  imprese fruitrici, sui livelli occupazionali e sulla diffusione dei contratti  di lavoro a tempo parziale, anche al fine di rideterminare l'impegno  finanziario di cui al presente articolo, e ne riferisce al Parlamento.
 6. Le misure previste nel presente articolo possono essere attuate nei  limiti delle risorse preordinate allo scopo nell'ambito del Fondo per  l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993,  n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, come  incrementato ai sensi dell'articolo 29-quater del decreto-legge 31  dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio  1997, n. 30, nella misura di lire 868 miliardi per l'anno 1997, di lire 494  miliardi per l'anno 1998 e di lire 739 miliardi annui a decorrere dall'anno  1999, nonchè ai sensi dell'articolo 25 della presente legge. Per il primo anno  successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, tale limite non  potrà superare 400 miliardi di lire. Per i successivi anni il limite è  determinato con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di  concerto con il Ministro del tesoro, nell'ambito delle risorse disponibili del  Fondo, ripartendone la destinazione tra gli incentivi alla riduzione e  rimodulazione degli orari di lavoro e gli incentivi per i contratti a tempo  parziale.
 7. I contratti collettivi nazionali di lavoro, stipulati dalle  organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro maggiormente  rappresentative sul piano nazionale, provvederanno ad estendere al settore  agricolo le disposizioni in materia di lavoro a tempo parziale.
 Art. 14.(Occupazione nel settore della ricerca) 1. Con uno o più decreti del Ministro dell'università e della ricerca  scientifica e tecnologica, una quota, da determinarsi annualmente, delle somme  disponibili, di competenza della medesima amministrazione e a valere sulle  risorse finanziarie di cui ai provvedimenti: legge 17 febbraio 1982, n. 46, e  successive modificazioni; legge 1o marzo 1986, n. 64, e successive  modificazioni; legge 5 agosto 1988, n. 346; decreto-legge 22 ottobre 1992, n.  415, e relativa legge di conversione 19 dicembre 1992, n. 488; decreto-legge 23  settembre 1994, n. 547, e relativa legge di conversione 22 novembre 1994, n.  644; decreto-legge 31 gennaio 1995, n. 26, e relativa legge di conversione 29  marzo 1995, n. 95; decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32, e relativa legge di  conversione 7 aprile 1995, n. 104; decreto-legge 17 giugno 1996, n. 321, e  relativa legge di conversione 8 agosto 1996, n. 421; decreto-legge 23 ottobre  1996, n. 548, e relativa legge di conversione 20 dicembre 1996, n. 641; può  essere assegnata prioritariamente, per l'erogazione, a piccole e medie imprese,  alle imprese artigiane e ai soggetti di cui agli articoli 17 e 27 della legge 5  ottobre 1991, n. 317, di contributi finalizzati all'avviamento di titolari di  diploma universitario, di laureati e di dottori di ricerca ad attività di  ricerca, con la stipula di contratti a termine di lavoro subordinato, anche a  tempo parziale, nell'ambito di progetti di ricerca di durata predeterminata.
 2. In deroga alla normativa concernente il personale degli enti pubblici di  ricerca e in attesa del riordino generale del settore, è consentito agli enti  medesimi, in via sperimentale, nell'ambito di attività per il trasferimento  tecnologico, di assegnare in distacco temporaneo ricercatori, tecnologi e  tecnici di ricerca di cui all'articolo 15 della legge 11 marzo 1988, n. 67,  presso piccole e medie imprese, nonchè presso i soggetti di cui agli articoli  17 e 27 della legge 5 ottobre 1991, n. 317.
 3. L'assegnazione di cui al comma 2 comporta il mantenimento del rapporto di  lavoro con l'ente assegnante, con l'annesso trattamento economico e  contributivo. È disposta su richiesta dell'impresa o del soggetto di cui al  comma 2, previo assenso dell'interessato e per un periodo non superiore a  quattro anni, rinnovabile una sola volta, sulla base di intese tra le parti,  che regolano le funzioni, nonchè le modalità di inserimento dei lavoratori in  distacco temporaneo presso l'impresa o il soggetto assegnatario. L'impresa o i  soggetti di cui agli articoli 17 e 27 della legge 5 ottobre 1991, n. 317,  corrispondono un compenso, a titolo di incentivo e aggiuntivo al trattamento  corrisposto dall'ente assegnante, ai ricercatori, tecnologi e tecnici di  ricerca distaccati.
 4. Con i decreti di cui al comma 1, a valere sulle medesime risorse di cui  alla predetta disposizione, nonchè, per l'anno 1998, a valere su quelle di cui  all'articolo 11, comma 5, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito,  con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, possono essere altresì  concesse agli enti pubblici di ricerca, i quali procedano alle assegnazioni in  distacco temporaneo di cui al comma 2, eventuali integrazioni dei contributi  ordinari finalizzate alla copertura, nella misura determinata dai medesimi  decreti, degli oneri derivanti dall'assunzione, in sostituzione del personale  distaccato, di titolari di diploma universitario, di laureati o di dottori di  ricerca con contratto a termine di lavoro subordinato anche a tempo parziale,  di durata non superiore a quattro anni, rinnovabile una sola volta, per  attività di ricerca.
 5. I decreti di cui ai commi 1 e 4 determinano le procedure di presentazione  e di selezione delle richieste di contributo e di integrazione, gli importi  massimi del contributo e dell'integrazione per ogni soggetto beneficiario,  anche in relazione alle aree territoriali interessate nel rispetto delle  finalità stabilite dal decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, e relativa legge  di conversione 19 dicembre 1992, n. 488, e alla possibilità di cofinanziamento  comunitario, la differenziazione del contributo e dell'integrazione in  relazione al livello di qualificazione del personale da assumere, l'eventuale  ulteriore disciplina del distacco temporaneo, nonchè apposite modalità di monitoraggio  e di verifica.
 Art. 15.(Contratto di formazione e lavoro) 1. All'articolo 16 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, sono apportate le seguenti  modificazioni:
 a) al comma 1, dopo le parole: "fondazioni," sono inserite  le seguenti: "enti pubblici di ricerca";
 b) al comma 6 sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "Nelle  aree di cui all'obiettivo n. 1 del regolamento (CEE) n. 2081/93 del Consiglio  del 20 luglio 1993, e successive modificazioni, in caso di trasformazione, allo  scadere del ventiquattresimo mese, dei contratti di formazione e lavoro di cui  al comma 2, lettera a), in rapporto di lavoro a tempo indeterminato,  continuano a trovare applicazione, per i successivi dodici mesi, le  disposizioni di cui al comma 3 e quelle di cui al primo periodo del presente  comma. Nel caso in cui il lavoratore, durante i suddetti ulteriori dodici mesi,  venga illegittimamente licenziato, il datore di lavoro è tenuto alla  restituzione dei benefici contributivi percepiti nel predetto periodo".
 2. La Commissione regionale per l'impiego può deliberare, ai sensi  dell'articolo 9, comma 9, del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510,  convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608,  l'inserimento mirato lavorativo con contratto di formazione e lavoro per  soggetti portatori di handicap, sulla base di progetti previsti dai  contratti collettivi nazionali.
 3. L'onere derivante dal presente articolo è valutato in lire 60 miliardi  per l'anno 1997 e in lire 120 miliardi a decorrere dall'anno 1998.
 Art. 16.(Apprendistato) 1. Possono essere assunti, in tutti i settori di attività, con contratto di  apprendistato, i giovani di età non inferiore a sedici anni e non superiore a  ventiquattro, ovvero a ventisei anni nelle aree di cui agli obiettivi n. 1 e 2  del regolamento (CEE) n. 2081/93 del Consiglio del 20 luglio 1993, e successive  modificazioni. Sono fatti salvi i divieti e le limitazioni previsti dalla legge  sulla tutela del lavoro dei fanciulli e degli adolescenti. L'apprendistato non  può avere una durata superiore a quella stabilita per categorie professionali  dai contratti collettivi nazionali di lavoro e comunque non inferiore a  diciotto mesi e superiore a quattro anni. Qualora l'apprendista sia portatore  di handicap i limiti di età di cui al presente comma sono elevati di due  anni; i soggetti portatori di handicap impiegati nell'apprendistato sono  computati nelle quote di cui alla legge 2 aprile 1968, n. 482, e successive  modificazioni.
 2. Ai contratti di apprendistato conclusi a decorrere da un anno dalla data  di entrata in vigore della presente legge, le relative agevolazioni  contributive trovano applicazione alla condizione che gli apprendisti  partecipino alle iniziative di formazione esterna all'azienda previste dai  contratti collettivi nazionali di lavoro. Con decreto del Ministro del lavoro e  della previdenza sociale, su proposta del comitato istituito con decreto del  Presidente del Consiglio dei ministri del 18 novembre 1996, pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale n. 290 dell'11 dicembre 1996, sentite le organizzazioni sindacali  maggiormente rappresentative sul piano nazionale, le associazioni di categoria  dei datori di lavoro e le regioni, sono definiti, entro trenta giorni dalla  decisione del comitato, i contenuti formativi delle predette iniziative di  formazione che, nel primo anno, dovranno riguardare anche la disciplina del  rapporto di lavoro, l'organizzazione del lavoro e le misure di prevenzione per  la tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, nonchè l'impegno  formativo per l'apprendista, normalmente pari ad almeno 120 ore medie annue,  prevedendo un impegno ridotto per i soggetti in possesso di titolo di studio  post-obbligo o di attestato di qualifica professionale idonei rispetto  all'attività da svolgere. Il predetto decreto definisce altresì i termini e le  modalità per la certificazione dell'attività formativa svolta.
 3. In via sperimentale, possono essere concesse agevolazioni contributive  per i lavoratori impegnati in qualità di tutore nelle iniziative formative di  cui al comma 2, comprendendo fra questi anche i titolari di imprese artigiane  qualora svolgano attività di tutore. Con decreto del Ministro del lavoro e  della previdenza sociale, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in  vigore della presente legge, sono determinati le esperienze professionali  richieste per lo svolgimento delle funzioni di tutore, nonchè entità, modalità  e termini di concessione di tali benefìci nei limiti delle risorse derivanti  dal contributo di cui all'articolo 5, comma 1.
 4. Sono fatte salve le condizioni di maggior favore in materia di  apprendistato previste per il settore dell'artigianato dalla vigente disciplina  normativa e contrattuale.
 5. Il Governo emana entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della  presente legge, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, norme  regolamentari ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988,  n. 400, sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro  del lavoro e della previdenza sociale in materia di speciali rapporti di lavoro  con contenuti formativi quali l'apprendistato e il contratto di formazione e  lavoro, allo scopo di pervenire ad una disciplina organica della materia secondo  criteri di valorizzazione dei contenuti formativi, con efficiente utilizzo  delle risorse finanziarie vigenti, di ottimizzazione ai fini della creazione di  occasioni di impiego delle specifiche tipologie contrattuali, nonchè di  semplificazione, razionalizzazione e delegificazione, con abrogazione, ove  occorra, delle norme vigenti. Dovrà altresì essere definito, nell'ambito delle  suddette norme regolamentari, un sistema organico di controlli sulla  effettività dell'addestramento e sul reale rapporto tra attività lavorativa e  attività formativa, con la previsione di specifiche sanzioni amministrative per  l'ipotesi in cui le condizioni previste dalla legge non siano state assicurate.
 6. Sono abrogati gli articoli 6, primo comma, e 7 della legge 19 gennaio 1955,  n. 25, e successive modificazioni. Il secondo comma del predetto articolo 6  continua ad operare fino alla modificazione dei limiti di età per l'adempimento  degli obblighi scolastici.
 7. L'onere derivante dal presente articolo è valutato in lire 185 miliardi  per l'anno 1997, in lire 370 miliardi per l'anno 1998 e in lire 550 miliardi a  decorrere dall'anno 1999.
 Art. 17.(Riordino della formazione professionale) 1. Allo scopo di assicurare ai lavoratori adeguate opportunità di formazione  ed elevazione professionale anche attraverso l'integrazione del sistema di  formazione professionale con il sistema scolastico e con il mondo del lavoro e  un più razionale utilizzo delle risorse vigenti, anche comunitarie, destinate  alla formazione professionale e al fine di realizzare la semplificazione  normativa e di pervenire ad una disciplina organica della materia, anche con  riferimento ai profili formativi di speciali rapporti di lavoro quali  l'apprendistato e il contratto di formazione e lavoro, il presente articolo definisce  i seguenti princìpi e criteri generali, nel rispetto dei quali sono adottate  norme di natura regolamentare costituenti la prima fase di un più generale,  ampio processo di riforma della disciplina in materia:
 a) valorizzazione della formazione professionale quale strumento per  migliorare la qualità dell'offerta di lavoro, elevare le capacità competitive  del sistema produttivo, in particolare con riferimento alle medie e piccole  imprese e alle imprese artigiane e incrementare l'occupazione, attraverso  attività di formazione professionale caratterizzate da moduli flessibili,  adeguati alle diverse realtà produttive locali nonchè di promozione e  aggiornamento professionale degli imprenditori, dei lavoratori autonomi, dei  soci di cooperative, secondo modalità adeguate alle loro rispettive specifiche  esigenze;
 b) attuazione dei diversi interventi formativi anche attraverso il  ricorso generalizzato a stages, in grado di realizzare il raccordo tra  formazione e lavoro e finalizzati a valorizzare pienamente il momento  dell'orientamento nonchè a favorire un primo contatto dei giovani con le  imprese;
 c) svolgimento delle attività di formazione professionale da parte  delle regioni e/o delle province anche in convenzione con istituti di  istruzione secondaria e con enti privati aventi requisiti predeterminati;
 d) destinazione progressiva delle risorse di cui al comma 5  dell'articolo 9 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, agli interventi di formazione  dei lavoratori nell'ambito di piani formativi aziendali o territoriali  concordati tra le parti sociali, con specifico riferimento alla formazione di  lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, di lavoratori collocati in  mobilità, di lavoratori disoccupati per i quali l'attività formativa è  propedeutica all'assunzione; le risorse di cui alla presente lettera  confluiranno in uno o più fondi nazionali, articolati regionalmente e  territorialmente aventi configurazione giuridica di tipo privatistico e gestiti  con partecipazione delle parti sociali; dovranno altresì essere definiti i  meccanismi di integrazione del fondo di rotazione;
 e) attribuzione al Ministro del lavoro e della previdenza sociale di  funzioni propositive ai fini della definizione da parte del comitato di cui  all'articolo 5, comma 5, dei criteri e delle modalità di certificazione delle  competenze acquisite con la formazione professionale;
 f) adozione di misure idonee a favorire, secondo piani di intervento  predisposti d'intesa con le regioni, la formazione e la mobilità interna o  esterna al settore degli addetti alla formazione professionale nonchè la  ristrutturazione degli enti di formazione e la trasformazione dei centri in  agenzie formative al fine di migliorare l'offerta formativa e facilitare  l'integrazione dei sistemi; le risorse finanziarie da destinare a tali  interventi saranno individuate con decreto del Ministro del lavoro e della  previdenza sociale nell'ambito delle disponibilità, da preordinarsi allo scopo,  esistenti nel Fondo di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio  1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n.  236;
 g) semplificazione delle procedure, definite a livello nazionale  anche attraverso parametri standard, con deferimento ad atti delle  Amministrazioni competenti e a strumenti convenzionali oltre che delle  disposizioni di natura integrativa, esecutiva e organizzatoria anche della  disciplina di specifici aspetti nei casi previsti dalle disposizioni  regolamentari emanate ai sensi del comma 2;
 h) abrogazione, ove occorra, delle norme vigenti.
 2. Le disposizioni regolamentari di cui al comma 1 sono emanate, a norma  dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sei mesi  dalla data di entrata in vigore della presente legge, con uno o più decreti,  sulla proposta del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro del  lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri della pubblica  istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, per le  pari opportunità, del tesoro, del bilancio e della programmazione economica,  per la funzione pubblica e gli affari regionali, sentita la Conferenza  permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di  Trento e di Bolzano, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
 3. A garanzia delle somme erogate a titolo di anticipo o di acconto a valere  sulle risorse del Fondo sociale europeo e dei relativi cofinanziamenti  nazionali è istituito, presso il Ministero del tesoro - Ragioneria generale  dello Stato - Ispettorato generale per l'amministrazione del Fondo di rotazione  per l'attuazione delle politiche comunitarie (IGFOR), un fondo di rotazione con  amministrazione autonoma e gestione fuori bilancio ai sensi dell'articolo 9  della legge 25 novembre 1971, n. 1041.
 4. Il fondo di cui al comma 3 è alimentato da un contributo a carico dei  soggetti privati attuatori degli interventi finanziati, nonchè, per l'anno  1997, da un contributo di lire 30 miliardi che graverà sulle disponibilità  derivanti dal terzo del gettito della maggiorazione contributiva prevista  dall'articolo 25 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, che affluisce, ai sensi  dell'articolo 9, comma 5, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,  con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, al Fondo di rotazione  per la formazione professionale e per l'accesso al Fondo sociale europeo  previsto dal medesimo articolo 25 della citata legge n. 845 del 1978.
 5. Il fondo di cui al comma 3 utilizzerà le risorse di cui al comma 4 per  rimborsare gli organismi comunitari e nazionali, erogatori dei finanziamenti,  nelle ipotesi di responsabilità sussidiaria dello Stato membro, ai sensi  dell'articolo 23 del regolamento (CEE) n. 2082/93 del Consiglio del 20 luglio  1993, accertate anche precedentemente alla data di entrata in vigore della  presente legge.
 6. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente  legge il Ministro del tesoro, di concerto con il Ministro del lavoro e della  previdenza sociale, stabilisce con proprio decreto le norme di amministrazione  e di gestione del fondo di cui al comma 3. Con il medesimo decreto è  individuata l'aliquota del contributo a carico dei soggetti privati di cui al  comma 4, da calcolare sull'importo del finanziamento concesso, che può essere  rideterminata con successivo decreto per assicurare l'equilibrio finanziario  del predetto fondo. Il contributo non grava sull'importo dell'aiuto finanziario  al quale hanno diritto i beneficiari.
 Art 18.(Tirocini formativi e di orientamento) 1. Al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e di  agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del  lavoro, attraverso iniziative di tirocini pratici e stages a favore di  soggetti che hanno già assolto l'obbligo scolastico ai sensi della legge 31  dicembre 1962, n. 1859, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza  sociale, di concerto con il Ministro della pubblica istruzione, dell'università  e della ricerca scientifica e tecnologica, da adottarsi ai sensi dell'articolo  17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono emanate, entro nove mesi dalla data  di entrata in vigore della presente legge, disposizioni nel rispetto dei  seguenti princìpi e criteri generali:
 a) possibilità di promozione delle iniziative, nei limiti delle  risorse rese disponibili dalla vigente legislazione, anche su proposta degli  enti bilaterali e delle associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei  lavoratori, da parte di soggetti pubblici o a partecipazione pubblica e di  soggetti privati non aventi scopo di lucro, in possesso degli specifici  requisiti preventivamente determinati in funzione di idonee garanzie  all'espletamento delle iniziative medesime e in particolare: agenzie regionali  per l'impiego e uffici periferici del Ministero del lavoro e della previdenza  sociale; università; provveditorati agli studi; istituzioni scolastiche statali  e istituzioni scolastiche non statali che rilascino titoli di studio con valore  legale; centri pubblici di formazione e/o orientamento, ovvero a partecipazione  pubblica o operanti in regime di convenzione ai sensi dell'articolo 5 della  legge 21 dicembre 1978, n. 845; comunità terapeutiche, enti ausiliari e  cooperative sociali, purchè iscritti negli specifici albi regionali, ove  esistenti; servizi di inserimento lavorativo per disabili gestiti da enti  pubblici delegati dalla regione;
 b) attuazione delle iniziative nell'ambito di progetti di  orientamento e di formazione, con priorità per quelli definiti all'interno di  programmi operativi quadro predisposti dalle regioni, sentite le organizzazioni  sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale;
 c) svolgimento dei tirocini sulla base di apposite convenzioni  intervenute tra i soggetti di cui alla lettera a) e i datori di lavoro  pubblici e privati;
 d) previsione della durata dei rapporti, non costituenti rapporti di  lavoro, in misura non superiore a dodici mesi, ovvero a ventiquattro mesi in  caso di soggetti portatori di handicap, da modulare in funzione della  specificità dei diversi tipi di utenti;
 e) obbligo da parte dei soggetti promotori di assicurare i  tirocinanti mediante specifica convenzione con l'Istituto nazionale per  l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e per la responsabilità  civile e di garantire la presenza di un tutore come responsabile  didattico-organizzativo delle attività; nel caso in cui i soggetti promotori  siano le agenzie regionali per l'impiego e gli uffici periferici del Ministero  del lavoro e della previdenza sociale, il datore di lavoro ospitante può  stipulare la predetta convenzione con l'INAIL direttamente e a proprio carico;
 f) attribuzione del valore di crediti formativi alle attività svolte  nel corso degli stages e delle iniziative di tirocinio pratico di cui al  comma 1 da utilizzare, ove debitamente certificati, per l'accensione di un  rapporto di lavoro;
 g) possibilità di ammissione, secondo modalità e criteri stabiliti  con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, e nei limiti  delle risorse finanziarie preordinate allo scopo nell'ambito del Fondo di cui  all'articolo 1 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, al rimborso totale o  parziale degli oneri finanziari connessi all'attuazione di progetti di  tirocinio di cui al presente articolo a favore dei giovani del Mezzogiorno  presso imprese di regioni diverse da quelle operanti nella predetta area, ivi  compresi, nel caso in cui i progetti lo prevedano, gli oneri relativi alla  spesa sostenuta dall'impresa per il vitto e l'alloggio del tirocinante;
 h) abrogazione, ove occorra, delle norme vigenti;
 i) computabilità dei soggetti portatori di handicap impiegati  nei tirocini ai fini della legge 2 aprile 1968, n. 482, e successive  modificazioni, purchè gli stessi tirocini siano oggetto di convenzione ai sensi  degli articoli 5 e 17 della legge 28 febbraio 1987, n. 56, e siano finalizzati  all'occupazione.
 Art. 19.(Regioni a statuto speciale e province autonome di Trento e di Bolzano) 1. Le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di  Bolzano esercitano nelle materie di cui agli articoli 16, 17 e 18 le competenze  ad esse spettanti ai sensi dei rispettivi statuti e delle relative norme di  attuazione.
 Art. 20.(Disposizioni in materia di lavori socialmente utili) 1. Per la prosecuzione dei lavori socialmente utili presso il Ministero per  i beni culturali e ambientali è autorizzata la spesa per il 1997 di lire 26  miliardi.
 2. Le disposizioni vigenti in materia di lavori socialmente utili trovano  applicazione anche per i progetti di ricerca predisposti e realizzati dagli  enti pubblici del comparto, volti ad utilizzare ricercatori e tecnici di  ricerca che beneficiano o hanno beneficiato di trattamenti di integrazione  salariale o di mobilità. Nel caso di lavoratori i quali, all'atto dell'impiego  in lavori socialmente utili nel campo della ricerca, non fruiscono di alcun  trattamento previdenziale, può essere prevista una durata del progetto fino ad  un massimo di ventiquattro mesi. L'onere relativo all'erogazione del sussidio  di cui all'articolo 14, comma 4, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299,  convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, come  sostituito dall'articolo 1, comma 3, del decreto-legge 1o ottobre  1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n.  608, è posto a carico del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma  7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni,  dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, nei limiti delle risorse a tale fine  preordinate.
 3. All'articolo 1, comma 21, primo periodo, del decreto-legge 1o  ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre  1996, n. 608, dopo le parole: "dalla legge 29 marzo 1995, n. 95,"  sono inserite le seguenti: "anche con capitale sociale non inferiore a 500  milioni di lire".
 4. Per la costituzione di società miste di cui all'articolo 4 del  decreto-legge 31 gennaio 1995, n. 26, convertito, con modificazioni, dalla  legge 29 marzo 1995, n. 95, e per la realizzazione delle attività da affidare  alle società medesime, è autorizzata per l'anno 1997 la spesa di lire 45  miliardi in favore del Ministero per i beni culturali e ambientali, di cui una  quota di lire 1,5 miliardi destinata alla partecipazione al capitale sociale.  Al relativo onere si fa fronte con le risorse derivanti dai mutui di cui  all'articolo 9 del decreto-legge 23 febbraio 1995, n. 41, convertito, con  modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85.
 Art. 21.(Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge n. 510 del 1996 e all'articolo 2  della legge n. 549 del 1995) 1. Al comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge 1o ottobre 1996,  n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608,  dopo il primo periodo è inserito il seguente: "Le risorse del Fondo per  l'occupazione di cui al periodo precedente, assegnate al capitolo 1176 dello  stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale per  l'attivazione dei progetti di lavori socialmente utili, non impegnate  nell'esercizio finanziario di competenza potranno esserlo in quello  successivo".
 2. Dopo il comma 12 dell'articolo 1 del citato decreto-legge n. 510 del  1996, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 608 del 1996 è inserito il  seguente:
 "12-bis. Durante i periodi di utilizzazione nei lavori  socialmente utili i lavoratori sono inseriti nelle liste regionali di mobilità  di cui all'articolo 6 della legge 23 luglio 1991, n. 223, senza approvazione  delle liste medesime da parte delle competenti Commissioni regionali per  l'impiego. L'inserimento è disposto dal responsabile della Direzione regionale  del lavoro, su segnalazione delle sezioni circoscrizionali per l'impiego, le  quali inviano tempestivamente i relativi elenchi comprendenti i nominativi dei  lavoratori impegnati in lavori socialmente utili".
 3. Al comma 13 dell'articolo 1 del citato decreto-legge n. 510 del 1996,  convertito, con modificazioni, dalla legge n. 608 del 1996 è aggiunto, in fine,  il seguente periodo: "I predetti nominativi vengono altresì comunicati  dall'Istituto nazionale della previdenza sociale alla Commissione regionale per  l'impiego".
 4. Al comma 24 dell'articolo 2 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, dopo il  primo periodo è inserito il seguente: "I predetti nominativi vengono  altresì comunicati dalle imprese alla Commissione regionale per  l'impiego".
 Art. 22.(Delega al Governo per la revisione della disciplina sui lavori socialmente  utili) 1. Per provvedere alla revisione della  disciplina sui lavori socialmente utili prevista dall'articolo 1, comma 1, del  decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, convertito, con  modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, il Governo, sentita la  Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province  autonome di Trento e di Bolzano, è delegato ad emanare entro i termini di cui  al predetto comma 1 un decreto legislativo che dovrà essere informato ai  seguenti princìpi e criteri direttivi:
 a) individuazione, previa intesa  con le regioni, dei prevalenti settori ai quali rivolgere progetti di lavori  socialmente utili con particolare riguardo:
 1) ai servizi alla persona: soprattutto  con riguardo all'infanzia, all'adolescenza, agli anziani, alla riabilitazione e  recupero di tossicodipendenti, ai portatori di handicap e ad interventi  mirati nei confronti delle devianze sociali;
 2) alla valorizzazione del patrimonio  culturale;
 3) alla salvaguardia dell'ambiente e alla  tutela del territorio;
 4) alla raccolta differenziata, alla  gestione di discariche e di impianti per il trattamento di rifiuti solidi  urbani;
 5) alla manutenzione del verde pubblico;
 6) alla tutela della salute nei luoghi  pubblici e di lavoro;
 7) al miglioramento della rete idrica;
 8) all'adeguamento e perfezionamento del  sistema dei trasporti;
 9) alle operazioni di recupero e bonifica  di aree industriali dismesse;
 10) al recupero e risanamento dei centri  urbani;
 11) alla tutela degli assetti  idrogeologici;
 12) alle aree protette e ai parchi  naturali;
 b) condizioni di accesso ai lavori  socialmente utili con ciò intendendosi le categorie di lavoratori nonchè  soggetti inoccupati da utilizzare in progetti di lavori socialmente utili;
 c) criteri per l'assegnazione dei  lavoratori ai soggetti gestori dei piani di lavori socialmente utili;
 d) trattamento economico e durata  dell'impiego in lavori socialmente utili;
 e) individuazione di criteri di  armonizzazione dei trattamenti previdenziali tra le diverse figure impegnate in  progetti di lavori socialmente utili;
 f) armonizzazione della disciplina  in materia di formazione di società miste operanti nel settore dei lavori  socialmente utili e di durata temporale di regime di appalti o convenzioni  protette in materia di svolgimento di lavori socialmente utili, da parte delle  stesse;
 g) individuazione di forme di  incentivazione da erogare alle società miste di cui alla lettera f) successivamente alla conclusione dei periodi di attività svolte dalle stesse in  regime di appalti o convenzioni protette.
 2. Nel decreto legislativo di cui al  comma 1 viene altresì prevista la costituzione, senza oneri aggiuntivi a carico  del bilancio dello Stato, di una idonea struttura organizzativa finalizzata al  coordinamento in materia di lavori socialmente utili.
 3. Lo schema di decreto legislativo dovrà  essere trasmesso alle competenti Commissioni parlamentari al fine della  espressione del parere entro trenta giorni dalla data di assegnazione.
 Art. 23.            
            (Disposizioni in materia di contratti di riallineamento retributivo) 1. All'articolo 5 del decreto-legge 1o  ottobre 1996, n. 510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre  1996, n. 608, sono apportate le seguenti modificazioni:
 a) al comma 1, il primo periodo è  sostituito dal seguente: "Al fine di salvaguardare i livelli occupazionali  e di consentire la regolarizzazione retributiva e contributiva per le imprese  operanti nei territori individuati dall'articolo 1 della legge 1o  marzo 1986, n. 64, è sospesa la condizione di corresponsione dell'ammontare  retributivo di cui all'articolo 6, comma 9, lettere a), b) e c),  del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modificazioni, dalla  legge 7 dicembre 1989, n. 389";
 b) al comma 3, secondo periodo,  dopo le parole: "di fiscalizzazione" sono inserite le seguenti:  "di leggi speciali in materia e di sanzioni a ciascuna di esse  relative" e sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "I  provvedimenti di esecuzione in corso, in qualsiasi fase e grado, sono sospesi  fino alla data del riallineamento. L'avvenuto riallineamento estingue i reati  previsti da leggi speciali in materia di contributi e di premi e le  obbligazioni per sanzioni amministrative e per ogni altro onere accessorio.  Sono fatti salvi i giudizi pendenti promossi dai lavoratori ai fini del  riconoscimento della parità di trattamento retributivo";
 c) dopo il comma 3, sono inseriti  i seguenti:
 "3-bis. Le imprese di cui al  comma 1 che abbiano stipulato gli accordi di cui al comma 2, nella loro qualità  di soggetti indicati nel titolo III del decreto del Presidente della Repubblica  29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni, obbligati  all'effettuazione delle ritenute alla fonte sulle somme o valori da essi  corrisposti ed alla presentazione della relativa dichiarazione ai sensi  dell'articolo 7 del medesimo decreto, sono ammesse a versare, entro sessanta  giorni dalla scadenza del termine finale concesso dal comma 2 per la stipula  degli accordi, senza applicazione di sanzioni e interessi, le maggiori ritenute  relative ai compensi, risultanti dai suddetti accordi, effettivamente  corrisposti fino alla data di entrata in vigore della presente disposizione.  Conseguentemente, entro lo stesso termine, detti soggetti sono ammessi a  presentare, per ciascun periodo di imposta cui si riferisce il versamento delle  ritenute relative ai compensi e senza applicazione di sanzioni, dichiarazioni integrative  per rettificare quelle già presentate utilizzando i modelli di dichiarazione  approvati per gli stessi periodi di imposta con decreto del Ministro delle  finanze.
 3-ter. La presentazione delle  dichiarazioni integrative di cui al comma 3-bis e l'esecuzione dei  connessi versamenti esclude la punibilità per i reati previsti dal  decreto-legge 10 luglio 1982, n. 429, convertito, con modificazioni, dalla  legge 7 agosto 1982, n. 516, nei limiti delle integrazioni.
 3-quater. Per le ritenute indicate  nella dichiarazione integrativa di cui al comma 3-bis non può essere  esercitata la rivalsa sui percettori dei compensi non assoggettati in  precedenza a ritenuta. Le dichiarazioni integrative non costituiscono titolo  per la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi.
 3-quinquies. Le disposizioni di  cui ai commi da 3-bis a 3-quater e al presente comma si applicano  anche se le violazioni sono già state rilevate; tuttavia restano ferme le somme  pagate anteriormente alla data di entrata in vigore della presente disposizione,  a titolo di soprattasse, pene pecuniarie e interessi. Le controversie pendenti  e quelle che si instaurano sino al termine finale per la presentazione delle  dichiarazioni integrative, concernenti i compensi di cui al comma 3-bis,  corrisposti fino alla data di entrata in vigore della presente disposizione,  sono estinte mediante ordinanza subordinatamente alla presentazione, da parte  del sostituto di imposta, alla segreteria dell'organo del contenzioso  tributario presso il quale pende la controversia, di copia, anche fotostatica,  della dichiarazione integrativa e della ricevuta comprovante la consegna  all'ufficio postale della lettera raccomandata di trasmissione della  dichiarazione stessa, nonchè della ricevuta ed attestato di versamento delle  ritenute";
 d) al comma 4, i primi due periodi  sono sostituiti dai seguenti: "La retribuzione da prendere a riferimento  per il calcolo dei contributi di previdenza ed assistenza sociale, dovuti dalle  imprese di cui al comma 1 e alle condizioni di cui al comma 2, è quella fissata  dagli accordi di riallineamento e non inferiore al 25 per cento del minimale e,  per i periodi successivi, al 50 per cento, da adeguare, entro 36 mesi, al 100  per cento dei minimali di retribuzione giornaliera, di cui all'articolo 1, comma  2, del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con modificazioni,  dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389. La presente disposizione deve intendersi  come interpretazione autentica delle norme relative alla corresponsione  retributiva ed alla determinazione contributiva di cui al combinato disposto  dell'articolo 1, comma 1, e dell'articolo 6, commi 9, lettere a), b) e c), e 11, del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito, con  modificazioni, dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389. Per la differenza tra la  retribuzione di riferimento per il versamento dei predetti contributi e  l'intero importo del minimale di cui al citato decreto-legge n. 338 del 1989,  possono essere accreditati contributi figurativi, ai fini del diritto e della  misura della pensione, con onere a carico del Fondo di cui all'articolo 1,  comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, nel limite massimo delle  risorse preordinate a tale scopo. Con decreto del Ministro del lavoro e della  previdenza sociale sono stabiliti criteri e modalità per il riconoscimento dei  predetti accrediti di contributi figurativi";
 e) dopo il comma 6, è aggiunto il  seguente:
 "6-bis. All'atto del  definitivo riallineamento retributivo ai livelli previsti nei corrispondenti  contratti collettivi nazionali di lavoro, sottoscritti dalle organizzazioni  sindacali comparativamente più rappresentative, alle imprese di cui al comma 1  sono riconosciuti, per i lavoratori interessati dagli accordi di recepimento,  gli incentivi previsti per i casi di nuova occupazione dalle norme vigenti alla  data della completa applicazione dei contratti collettivi".
 2. I limiti temporali previsti  dall'articolo 5 del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510,  convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, decorrono  dalla data di entrata in vigore della presente legge.
 3. I soggetti che si avvalgono degli  accordi di riallineamento retributivo di cui al presente articolo sono esclusi  dalle gare di appalto indette da enti pubblici nei territori diversi da quelli  di cui all'articolo 1 della legge 1o marzo 1986, n. 64, fino al  completo riallineamento.
 Art. 24.            
            (Disposizioni riguardanti soci delle cooperative di lavoro) 1. Per i crediti dei soci delle  cooperative di lavoro trovano applicazione le disposizioni di cui all'articolo  2 della legge 29 maggio 1982, n. 297, e agli articoli 1 e 2 del decreto  legislativo 27 gennaio 1992, n. 80; restano salvi e conservano la loro  efficacia ai fini delle relative prestazioni i contributi versati  antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge. I  contributi rimborsati saranno restituiti dagli organismi cooperativi all'ente  previdenziale senza aggravio di oneri accessori entro novanta giorni dalla data  di entrata in vigore della presente legge.
 2. In deroga alla disposizione di cui  all'articolo 40, primo comma, numero 7o, del regio decreto-legge 4  ottobre 1935, n. 1827, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 aprile  1936, n. 1155, e successive modificazioni, i lavoratori soci di cooperative di  lavoro sono soggetti all'assicurazione obbligatoria per la disoccupazione  involontaria ai fini dell'erogazione, per i settori non agricoli, del  trattamento ordinario di tale assicurazione e del trattamento speciale di  disoccupazione edile di cui alla legge 6 agosto 1975, n. 427, e successive  modificazioni, e, per il settore agricolo, sia del trattamento ordinario che  dei trattamenti speciali di cui alle leggi 8 agosto 1972, n. 457, e 16 febbraio  1977, n. 37. I contributi relativi alla predetta assicurazione, versati  anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, restano  salvi e conservano la loro efficacia anche ai fini della concessione delle  prestazioni.
 3. Ai fini dell'erogazione delle  prestazioni di cui al comma 2, la perdita dello stato di socio su iniziativa  della cooperativa, ivi compreso il caso di scioglimento della cooperativa  stessa, ovvero del singolo socio, è equiparata, rispettivamente, al  licenziamento o alle dimissioni del socio medesimo.
 4. Le disposizioni in materia di  indennità di mobilità nonchè di trattamento speciale di disoccupazione edile ai  sensi dell'articolo 3 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito, con  modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, si intendono estese ai soci  lavoratori delle cooperative di lavoro svolgenti le attività comprese nei  settori produttivi rientranti nel campo di applicazione della disciplina  relativa all'indennità di mobilità stessa soggette agli obblighi della  correlativa contribuzione. L'espletamento della relativa procedura di mobilità,  estesa dall'articolo 8, comma 2, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148,  convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, deve essere  preceduto dall'approvazione, da parte dell'assemblea, del programma di  mobilità. Conservano la loro efficacia ai fini delle relative prestazioni i  contributi versati antecedentemente alla data di entrata in vigore della  presente legge.
 5. È confermata l'esclusione  dall'assicurazione di cui al comma 2 dei soci delle cooperative rientranti  nella disciplina di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile  1970, n. 602, nonchè dei soci di categorie di cooperative espressamente escluse  dalla predetta assicurazione.
 6. Le disposizioni del presente articolo  trovano applicazione fino all'emanazione della disciplina sulla definizione  degli ammortizzatori sociali per i soci lavoratori di società cooperative.
 Art. 25.            
            (Mutui per la realizzazione di politiche per il lavoro) 1. Per la realizzazione delle politiche  per il lavoro ed in particolare per gli interventi a carico del Fondo di cui  all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,  con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, e del Fondo di cui all'articolo  1-ter del medesimo decreto-legge n. 148 del 1993, convertito, con  modificazioni, dalla legge n. 236 del 1993, nonchè per gli interventi previsti  dall'articolo 9-septies del decreto-legge 1o ottobre 1996, n.  510, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, il  Ministro del tesoro è autorizzato a contrarre mutui quindicennali con la Cassa  depositi e prestiti, il cui ammortamento è a totale carico dello Stato a  decorrere dal 1998. Le somme derivanti da detti mutui sono versate all'entrata  del bilancio dello Stato per essere assegnate, con decreto del Ministro del  tesoro, sulla base del riparto operato con deliberazione del CIPE su proposta  del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, agli appositi capitoli  dello stato di previsione delle Amministrazioni interessate.
 2. La società per l'imprenditorialità  giovanile s.p.a., costituita ai sensi del decreto-legge 31 gennaio 1995, n. 26,  convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1995, n. 95, può istituire  fondi di garanzia a favore dei beneficiari degli interventi da essa effettuati,  per l'attuazione dei quali è autorizzata la spesa di lire 20 miliardi per  l'anno 1997. Al relativo onere si provvede mediante utilizzo delle risorse  derivanti dai mutui di cui all'articolo 9 del decreto-legge 23 febbraio 1995,  n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 1995, n. 85. La  predetta società, per le medesime finalità, è ammessa a costituire società in  ambito regionale aventi identica ragione sociale, conservando la maggioranza  assoluta del capitale sociale per un periodo minimo di due anni.
 3. I contratti di programma di cui  all'articolo 2, comma 203, lettera e), della legge 23 dicembre 1996, n.  662, possono avere ad oggetto anche interventi nel settore turistico.
 Art. 26.(Interventi a favore di giovani inoccupati nel Mezzogiorno) 1. Il Governo della Repubblica è delegato  ad emanare, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente  legge, un decreto legislativo per la definizione di un piano straordinario di  lavori di pubblica utilità e di borse di lavoro, da attuare entro il 31  dicembre 1997 nei territori delle regioni Sardegna, Sicilia, Calabria,  Campania, Basilicata, Puglia, Abruzzo e Molise, nonchè nelle province nelle  quali il tasso medio annuo di disoccupazione, secondo la definizione allargata  ISTAT, rilevato per il 1996, è superiore alla media nazionale risultante dalla  medesima rilevazione, con l'osservanza dei seguenti princìpi e criteri  direttivi:
 a) destinazione del piano a favore  di giovani, di età compresa tra i 21 e i 32 anni, in cerca di prima  occupazione, iscritti da più di trenta mesi nelle liste di collocamento, ferme  restando le condizioni previste dalla normativa vigente per le ipotesi di  rifiuto ingiustificato di offerte di lavoro;
 b) ripartizione delle risorse per  regioni tenendo conto del tasso di disoccupazione giovanile di lunga durata e  suddivisione delle risorse stesse, in modo equilibrato, tra progetti di lavori  di pubblica utilità e di borse di lavoro entro il mese di novembre 1997;  possibilità di revisione di tale suddivisione, su proposta delle Commissioni  regionali per l'impiego, sulla base della verifica dell'andamento del piano  straordinario, per garantire comunque il raggiungimento degli obiettivi;
 c) durata dell'impegno nei lavori  di pubblica utilità e nelle borse di lavoro non superiore a dodici mesi;
 d) definizione delle procedure  attuative del piano straordinario con modalità e tempi tali da realizzare  l'avviamento al lavoro di almeno 100.000 giovani inoccupati di cui al presente  comma entro il 31 dicembre 1997.
 2. Per quanto riguarda i lavori di  pubblica utilità, il decreto legislativo di cui al comma 1 dovrà altresì  osservare i seguenti princìpi e criteri direttivi:
 a) attuazione dei nuovi progetti,  temporalmente determinati, nei settori dei servizi alla persona, della  salvaguardia e della cura dell'ambiente e del territorio, del recupero e della  riqualificazione degli spazi urbani e dei beni culturali, mediante le modalità  stabilite nell'articolo 1 del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510,  convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, ivi  compresa la possibilità di ricorso ad interventi sostitutivi in caso di inerzia  nell'attivazione dei progetti ovvero di mancata esecuzione degli stessi; ambiti  e tipologia dei progetti saranno definiti con decreto del Ministro del lavoro e  della previdenza sociale, sentita la Conferenza Stato-città e autonomie locali;
 b) ammissibilità dei soli  progetti, presentati entro due mesi dalla data di entrata in vigore del decreto  legislativo di cui al comma 1, che prevedano, a favore dei lavoratori  interessati, l'impegno a realizzare nuove attività stabili nel tempo, anche nel  settore del lavoro autonomo, nonchè i contenuti formativi ad esse funzionali; a  tal fine, individuazione delle agenzie di promozione di lavoro e di impresa  incaricate dell'attività di assistenza tecnico-progettuale agli enti  proponenti, con il rilascio di un'apposita attestazione, valida come requisito  per la presentazione dei progetti.
 3. Per quanto riguarda le borse di  lavoro, il decreto legislativo di cui al comma 1 dovrà altresì osservare i  seguenti princìpi e criteri direttivi:
 a) possibilità di svolgere le  borse di lavoro presso imprese appartenenti ai settori di attività individuati  dalle classi D, H, I, J e K della classificazione ISTAT 1991 delle attività  economiche che non abbiano licenziato personale nei dodici mesi precedenti, con  almeno due dipendenti e non più di cento, in misura non superiore al numero dei  dipendenti e comunque a dieci e a condizione che i giovani impegnati nelle  borse di lavoro siano ad incremento del personale occupato mediamente  dall'impresa nei dodici mesi precedenti; la medesima possibilità e alle  medesime condizioni è consentita alle imprese appartenenti ai settori di  attività individuati dalla classe G della predetta classificazione, con almeno  cinque dipendenti e non più di cento;
 b) determinazione della durata  delle borse di lavoro, fermo restando il termine di cui alla lettera c) del comma 1, in rapporto alle caratteristiche tipologiche e dimensionali delle  imprese, escludendo le attività con carattere di stagionalità, e ai livelli di  scolarità dei giovani;
 c) corresponsione del sussidio di  cui all'articolo 14, comma 4, del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299,  convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, come  modificato dal decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510, convertito,  con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608; erogazione del  sussidio ai giovani da parte dell'Istituto nazionale della previdenza sociale  (INPS), subordinatamente all'attestazione mensile da parte dell'impresa della  effettiva partecipazione alle attività previste, con predisposizione di  procedure automatiche di accesso ai benefìci, nei limiti delle risorse preordinate  allo scopo nell'ambito del Fondo di cui al comma 7, da parte delle imprese  ammesse, tra quelle che abbiano presentato apposita dichiarazione di  disponibilità all'INPS entro termini prefissati, anche tramite le  organizzazioni datoriali di categoria;
 d) riconoscimento, in caso di  assunzione a tempo indeterminato al termine della borsa di lavoro, degli  incentivi previsti in casi di nuova occupazione dalle norme vigenti alla data  dell'assunzione.
 4. Sullo schema di decreto legislativo di  cui al comma 1 le competenti Commissioni parlamentari esprimono il loro parere  entro quindici giorni dalla data di trasmissione.
 5. Il terzo periodo del comma 20  dell'articolo 1 del decreto-legge 1o ottobre 1996, n. 510,  convertito, con modificazioni, dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, non trova  applicazione relativamente agli interventi attuati nei territori di cui al  comma 1.
 6. Con decreto del Ministro del lavoro e  della previdenza sociale sono stabiliti modalità e criteri per il rimborso, nei  limiti delle risorse preordinate allo scopo nell'ambito del Fondo di cui al  comma 7, degli oneri sostenuti a titolo di assicurazione contro gli infortuni  sul lavoro dai datori di lavoro che abbiano attivato tirocini di orientamento o  formativi ai sensi di disposizioni di legge vigenti.
 7. Per l'attuazione dei commi da 1 a 5  del presente articolo sono preordinate, nell'ambito del Fondo di cui  all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito,  con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, lire 300 miliardi per il  1997 e lire 700 miliardi per il 1998. Le somme non impegnate nell'esercizio  finanziario di competenza possono esserlo in quello successivo.
 Art. 27.            
             (Copertura finanziaria) 1. Agli oneri derivanti dall'attuazione:
 a) degli articoli 15, 16 e 20  valutati complessivamente in lire 271 miliardi per l'anno 1997, in lire 490  miliardi per l'anno 1998 e in lire 670 miliardi per ciascun anno a decorrere  dall'anno 1999, si provvede mediante corrispondente riduzione dello  stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1997-1999, al capitolo  6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno finanziario  1997, all'uopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo alla  Presidenza del Consiglio dei ministri;
 b) degli articoli 23 e 24,  valutati in lire 50 miliardi per l'anno 1997 e in lire 90 miliardi annui a  decorrere dall'anno 1998, si provvede mediante corrispondente utilizzo  dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 29-quater del  decreto-legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla  legge 28 febbraio 1997, n. 30;
 c) dell'articolo 25, pari a lire  105 miliardi per l'anno 1998 ed a lire 175 miliardi annui a decorrere dal 1999  fino al 2013, si provvede per gli anni 1998 e 1999 mediante utilizzo delle  proiezioni per i medesimi anni dello stanziamento iscritto, ai fini del  bilancio triennale 1997-1999, al capitolo 9001 dello stato di previsione del  Ministero del tesoro per l'anno 1997, utilizzando, quanto a lire 70 miliardi  per l'anno 1998 ed a lire 140 miliardi per l'anno 1999, l'accantonamento  relativo al Ministero del lavoro e della previdenza sociale; quanto a lire 35  miliardi per ciascuno degli anni 1998 e 1999 l'accantonamento relativo al  Ministero del tesoro.
 2. Il Ministro del tesoro è autorizzato  ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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